“mangiare si fa divertimento e non liturgia gregoriana, ma che dico gregoriana, ortodossa”
Roy Caceres è contento e divertito, come il pubblico che tra sala e dehors occupa tutti posti nel primo sabato senza coprifuoco. Se chiudi gli occhi sembra per un momento di rivivere l’esperienza di Tickets a Barcellona, uno dei nostri posti migliori mai visitati. Roy sorride, il paragone è esagerato, ma lo spirito deve essere questo, dice, anche il futuro ristorante che ha in mente deve essere un luogo di movimento, dove il mangiare si fa divertimento e non liturgia gregoriana, ma che dico gregoriana, ortodossa. “Non capisco – aggiunge- perchè in Italia la stella debba essere sinonimo di servizio ingessato, ossessione sul cliente, distacco formale tra chi porta da mangiare e chi sta seduto, in una atmosfera seriosa e quasi claustrofobica”. Noi, dal canto nostro, stanchi di essere prigionieri per ore e ore dall’aperitivo all’immancabile pre-dessert, stanchissimi di una cucina che consuma la sua ragion d’essere nell’estetica e non nel gusto, provati dal trovare le stesse materie a tutte le latitudini in una omologazione catalogata pur se di lusso, non possiamo che annuire convinti.
Veniamo dalla felicità di Berardino Lombardo e vogliamo vivere quella fusion italo-sudamericana.
“Il ricordo d’infanzia della lotta fra i fratelli per mangiare il riso attaccato alla teglia, «para compartir», piatto iconico di condivisione”
Ci immergiamo in una jam session di colpi, così vengono chiamate le portate in cui la memoria gioca sulla conoscenza delle tecniche e delle materie prime, con il gusto, la storia e la tradizione dei diversi paesi da cui attinge Roy, e da cui vengono materie prime che sentiamo nostre (fagioli, patate, pomodori) trasferite verso il palato italiano senza compromessi. Una prima parte giocata sulle acidità, la forza prorompente del mare da mangiare, un finale scoppiettante in cui tutto il mondo diventa paese. Il ricordo d’infanzia della lotta fra i fratelli per mangiare il riso attaccato alla teglia, «para compartir», piatto iconico di condivisione, ci riporta alla colta citazione della crostata della lasagna di Bottura, ma anche ai nostri ricordi di bimbi alla ricerca dei maccheroni bruciacchiati nelle paste al forno delle nostre mamme. E, infine, il pollo ci ricorda l’abilità e la vocazione di Roy con le carni e il barbeque.
conclusioni
Link all’articolo: lucianopignataro.it
¡Carnal te vuelve loco!