Una storia come tante storie di questi mesi. Progetti che hanno percorso mesi o anni di gestazione, progetti che stavano per germogliare, progetti che sono rimasti congelati nelle menti dei loro creatori a causa dell’emergenza.
Qui, ci raccontano Roy Caceres, Riccardo Paglia e Andrea Racobaldo, le cose erano andate ancora oltre: il locale era stato preso, il progetto era stato definito, addirittura, silentemente, la gestione era partita nascosta dietro le sembianze e l’insegna della trattoria che c’era prima in attesa di lanciare il nuovo brand: Carnal. Un’attesa che si è forzatamente prolungata, ma nell’attesa qualcosa si sta facendo. E dunque è il caso di raccontare l’oggi e soprattutto il domani del progetto Carnal.
"la gestione era partita dietro le sembianze della trattoria che c’era prima in attesa di lanciare il nuovo brand: Carnal."
Insomma nonostante le difficoltà e lo stop forzato, il progetto Carnal è comunque in un modo o nell’altro partito. Grazie all’ondata di nuovi food delivery creativi (qui quelli romani) che sono germinati durante le lunghe settimane della quarantena (ne abbiamo raccontati a bizzeffe, da Antonia Klugmann a Anthony Genovese, da Pipero alle novità torinesi iniziando da Irina Steccanella). E allora una selezionata clientela (tutto è ancora molto limited edition e in fase di testing) ha già potuto provare una parte dell’identità di questo che sarà il nuovo ristorante di chef Roy Caceres il quale metterà la testa su questa novità che poi operativamente vedrà in cucina Riccardo Paglia e in sala Andrea Racobaldo. La testa di Roy appunto, quella che secondo lui sta in Italia, mentre le radici affondano ben solide in Colombia, in Sudamerica in generale. E su questa impostazione – che poi è l’impostazione dello chef da sempre, lontana da un approccio caricaturale alla cucina fusion ma pronta alle sperimentazioni a cavallo dell’Atlantico – si articolerà l’offerta di Carnal.
"La testa di Roy sta in Italia, mentre le radici affondano ben solide in Colombia, in Sudamerica in generale. "
"stiamo volando bassi con le speciali box che consegniamo a domicilio, prossimo step sarà un delivery vero e proprio"
M – E poi?
R – E poi ci siamo chiesto: perché fermarsi ai tacos viste le mille sfaccettature che ha la cucina latinoamericana? Si guarda al Messico, si guarda alla Colombia. E così si è puntato ad un format che abbracciasse tutte le cucine (Riccardo ha vissuto anche in Brasile ad esempio) e proponesse una dimensione latina.
M – E a seguire avete trovato il locale…
R – Si, un po’ di fretta a dire il vero. Magari era meglio se aspettavamo un pochino così ci salvavamo da questa situazione. Ma comunque non si poteva sapere. Sì, abbiamo composto la squadra, siamo diventati in tre con l’ingresso anche di Andrea – amico di Riccardo – e abbiamo trovato questo posto a Via dei Gracchi 19, nel Rione Prati, a fine novembre. Lì c’era il Bistrot 19 e, dopo averlo preso, abbiamo continuato a gestirlo in attesa di cambiare identità, brand e tutto. Andrea a Riccardo lo stavano portando avanti così in attesa di organizzare al meglio Carnal. Tutto questo per dicembre, gennaio e febbraio e poi c’è stata l’emergenza.
M – Emergenza che vi ha fatto venire voglia di partire a comunicare il nuovo progetto e a farlo uscire.
R – Sì. Abbiamo pensato che fosse il momento giusto.
Link all’articolo: gamberorosso.it
¡Carnal te vuelve loco!